Via della Polveriera (oggi via Eudossiana) - (da via del Fagutale a Piazza San Pietro in Vincoli, passando per Largo della Polveriera)
A sinistra di via degli Annibaldi ha inizio la detta via, così chiamata perché sulla porta del muro di cinta della scuola degli ingegneri [1] c'era una grande lapide di marmo che portava in origine un'iscrizione in onore di Pio VI (Giovanni Angelo Braschi - 1775-1799), della quale si possono ancora, con difficoltà, distinguere i caratteri. Quest'iscrizione fu cancellata nell’occupazione del primo impero francese e sostituita con le parole: “Empire Français – Etablissement Imperial des poudres et salpêtres” [2].
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[1] ) Il chiostro di San Pietro in Vincoli (con accesso da via della Polveriera (oggi via Eudossiana-vedi Piazza di S. Pietro in Vincoli - Monti), rettangolare con colonne ioniche e archi senza ghiera, finestre rettangolari profilate, ambulacri con volte a crociera e mostre di porte rettangolari di marmo, è forse opera di Giuliano da Sangallo.
[2] ) La Polveriera (o Salnitrara Camerale) fu una fabbrica e deposito di salnitro per la produzione di polvere da sparo che occupava tutta l’area della grande biblioteca delle Terme di Traiano. Fu costruita sotto il Pontificato di Pio VI nei locali ceduti dai Canonici Lateranensi di San Pietro in Vincoli alla Reverenda Camera Apostolica con atto del 2 maggio 1781. L’impianto pontificio venne in seguito ampliato e rimodernato durante l’occupazione napoleonica di Roma (1809-1814). Infatti la lapide “in onore” di Pio VI (Giovanni Angelo Braschi - 1775-1799), nel periodo napoleonico, era, probabilmente una lapide di Pio VI riutilizzata dai francesi per indicare il luogo dove avevano rimodernato la polveriera. La lapide era posta su un portale, ad arco ribassato, sito in via della Polveriera (di cui la via attuale ne è solo una parte) a ridosso dei ruderi delle terme di Tito sull’Aventino. Questa zona, all’epoca coltivata a vigne ed orti, si prestava bene ad uso Polveriera perché distante dall’abitato. Si pensa che i francesi la modernizzarono tra il 1799 e il 1806 e che rimase in attività fino al 1880, quando l’inurbamento dell’Esquilino non ne rese più possibile l’esistenza. La lapide è oggi conservata al Museo Napoleonico, a Palazzo Primoli (vedi Via dei Soldati - Ponte).
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